skip to Main Content
PRENOTA ONLINE
MIGLIOR PREZZO GARANTITO!

MONTEBELLO

Da quassù, passeggiando tra le strette viuzze dell’antico borgo,
si domina la valle fino a San Marino e
come non pensare a certi versi di Giovanni Pascoli…

Romagna solatìa, dolce paese,
cui regnarono Guidi e Malatesta (…)
il paese ove, andando, ci accompagna
l’azzurra vision..

Su di un altura rocciosa della Valmarecchia, si erge l’antico Borgo di Montebello che ha conservato intatto nei secoli tutto il fascino della sua antica struttura medievale.

Di origine militare romana (III secolo a.c.), come testimonia il nome, Mons Belli, il Monte della Guerra, Montebello domina, dall’alto dei suoi 436 m., la Valle del Marecchia e dell’Uso, offrendo al visitatore una ricca e piacevole esperienza ricca di cultura, arte, natura.

Per raggiungere questa piccola perla della Valmarecchia, bisogna percorrere una strada stretta, che unisce il comune di Torriana alla frazione di Montebello.

 

La Rocca

La Rocca, grazie alla sua posizione strategica sulla vallata del Marecchia, nei secoli fu un ambito avamposto militare . Edificata intorno all’anno 1100, fu oggetto di contesa tra i Malatesta che lo acquistarono nel 1186 e lo dotarono di fortificazioni, e i Montefeltro che nel 1393, grazie ad un audace colpo di mano, riuscirono ad espugnare la Rocca.

Tra i due litiganti, però, il terzo a beneficiarne fu la casata dei conti Guidi di Bagno, infeudata da Papa Pio II nel 1463 e attuali proprietari.

Gioielli di artigianato e pezzi di arredo italiani si possono ammirare nei saloni interni.

All’interno del castello, secondo un’ antica leggenda, si aggira il fantasma della piccola Azzurrina, misteriosamente scomparsa nel 1375 nei cunicoli della Rocca.

Il castello è diventato museo nel 1989 e, per il suo alto valore artistico, è stato inserito tra i monumenti di patrimonio nazionale.

 

La chiesa del Borgo

Di particolare interesse anche l’antica Chiesa del Borgo, intitolata a San Pietro Apostolo che s’incontra quasi in fondo all’abitato, seguendo il perimetro delle mura.

Anticamente destinata a chiesa dei signori del castello, al suo interno sono riconoscibili gli interventi di restauro realizzati nella prima metà del ‘700 da Ferdinando Guidi di Bagno.

E’ possibile ammirare oltre ad alcune tele settecentesche, anche una pregevole Ancòna con i 15 Misteri del Rosario risalente al 1651.

 

La Torre civica

Di epoca medievale, s’innalza al centro del borgo con la sua solida mole quadrata.

 

L’Oasi naturalistica

Si estende su un terreno di circa 1200 ettari e costituisce la parte finale del percorso sentieristico che dal parco del Marecchia arriva sino a Montebello. Rappresenta un habitat unico per la vasta presenza di specie animali e vegetali immersi nella vasta foresta, dove si trova anche un interessante orto botanico. Al suo interno è presente l’Osservatorio Naturalistico Valmarecchia, dove è possibile vedere, attraverso allestimenti e giochi interattivi, i diversi ambienti naturali che si possono incontrare lungo la Valmarecchia.

 

La Leggenda di Azzurrina
Sapete come nasce una leggenda?

Da una storia vera.

La dinamica è grosso modo quella di un comunissimo gioco infantile: il telefono senza fili.
Ve lo ricordate? 10 bambini si mettono uno di fianco all’altro, una frase viene sussurrata dal primo all’orecchio del vicino e via di seguito; all’ultimo essa non giungerà fedele all’originale, ma subendo un’arbitraria modificazione.

La stessa cosa accadde (e tutt’ora accade per il passaparola dei visitatori alla Rocca) con la storia di Guendalina. Per evitare, quindi, conclusioni confuse, vi narriamo la sua vicenda.

Figlia di un certo Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello nel 1375, fu la protagonista di un triste fatto di cronaca.
Era il 21 giugno di quel lontano anno quando, nel nevaio della vecchia Fortezza, la bimba scomparve e non venne mai più ritrovata.
Questa in breve è la sua storia che, tramandandosi oralmente per circa 3 secoli, si arricchì di elementi di fantasia. Ma perché se ne parlò tanto? Il motivo lo apprendiamo da una Miscellanea di racconti della bassa Val Marecchia, frutto di un gusto seicentesco per le fabulae popolari. La penna di un raccoglitore di storie del XVII secolo fermò così, su carta, il lungo volo di quella che, ormai, era già una leggenda: Azzurrina.

“…aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …”

Da qui dunque deriva il soprannome di Guendalina e la sua suggestione, da un ‘vero’ fenomeno che, se visto più da vicino, si scopre risultato di una tinta venuta male, perché la bambina nacque, in realtà, con capelli bianchi: albina.
La diversità dell’altro è una cosa che non di raro spaventa l’uomo, oggi come un tempo. Il sospetto poi, portato all’estremo, conduce a volte, a credere in estremi rimedi. Eliminare il diverso e con esso ciò che rappresenta, può essere visto come una soluzione.
Fu allora, per difendere (o nascondere) la figlia che i genitori le tinsero i capelli, ma il bianco dell’albinismo non trattiene il colore, reagisce al pigmento diventando azzurro. Ecco spiegato lo ‘strano’ caso e l’appellativo ad esso legato. Eppure, il fascino che ancora esercita sui molti visitatori del Castello, sui produttori di trasmissioni televisive, sui semplici curiosi, rimane riposto nell’arcano.

Cosa spinge tanta gente a percorrere le tortuose strade della millenaria rupe, per giungere in fine alla Rocca di Mons Belli? Per scoprirlo riprendiamo il nostro manoscritto seicentesco e continuiamo a leggere:

“…e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”

Back To Top