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URBINO

« Urbino…..in cima a un monte di media altezza, ma adagiantesi da ciascun lato secondo ogni piega del pendio, di modo che non ha nulla su un medesimo piano e dovunque si deve salire e scendere »

Michel de Montaigne, Giornale di Viaggio in Italia, 1581

Urbino è un comune in provincia di Pesaro e Urbino.

Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui ancora oggi conserva appieno l’eredità architettonica e dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell’umanità UNESCO.

Secondo la tradizione latina il nome Urbino deriva da Urvinum Mataurense. Urvinum (o Urbinum) deriverebbe dal sostantivo Urvum (o Urbum), che designava il manico dell’aratro, alla cui forma assomigliava la collina del Poggio (sulla quale vi era il primitivo nucleo della città). Mentre il termine Mataurense (Metaurense) deriva dalla vicinanza geografica al fiume Mataurus (Metaurus), l’attuale Metauro.

La città romana di Urvinum Metaurense divenne un centro importante durante le Guerre gotiche nel VI secolo. Venne poi presa nel 538 dal bizantino Belisario, togliendola ai Goti, e venne frequentemente nominata dallo storico bizantino Procopio. Ma il personaggio storico fondamentale per Urbino è stato Federico da Montefeltro, signore di Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di successo, diplomatico abilissimo e patrono entusiasta di arti e letteratura.

Federico si occupò di problemi politici impellenti ed iniziò una riorganizzazione dello Stato, che prevedeva anche una ristrutturazione della città secondo un’impronta moderna, confortevole, razionale ed esteticamente piacevole. Tutti i suoi sforzi, nei quasi quarant’anni di governo, furono tesi a questo scopo che, grazie alle sue straordinarie doti unite a una notevole fortuna, arrivò a un soffio dalla piena realizzazione.

Alla sua corte, Piero della Francesca scrisse sulla scienza della prospettiva, Francesco di Giorgio Martini scrisse il suo Trattato di Architettura (concludendo i lavori di ristrutturazione del Palazzo Ducale avviati da Luciano Laurana), e il padre di Raffaello, Giovanni de’ Santi, scrisse il suo resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La corte brillante di Federico, attraverso le descrizioni di Baldassarre Castiglione ne Il Cortegiano, introdusse i caratteri del cosiddetto “gentiluomo” in Europa, che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.

Tra le numerose tappe culturali possiamo consigliare:

Palazzo Ducale: situato al fianco della cattedrale, è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell’intero Rinascimento italiano ed è sede della Galleria Nazionale delle Marche.

Casa di natale di Raffaello o Casa Santi: si trova in via Raffaello 57. Qui si può ammirare un affresco di un giovane Raffaello, oltre che dipinti del padre Giovanni de’ Santi, gli ambienti e gli arredi della casa dove visse il celebre pittore. La casa in cui nacque Raffaello, nel 1483, venne costruita nel XIV secolo e dal 1460 vi visse Giovanni de’ Santi, padre del celebre pittore, a sua volta pittore professionista ed anche poeta.

Nel 1637 l’edificio, dopo vari passaggi, acquisizioni e divisioni, venne acquistato e riunito da Muzio Oddi, architetto locale, e nel 1837 divenne sede dell’Accademia Raffaello, fondata nel 1869 da Pompeo Gherardi e promotrice di numerose iniziative e studi su Raffaello Sanzio.

Il primo piano è stato arredato con mobilio d’epoca, che dà l’idea della casa-museo. Nel salone principale vi è un pregevole soffitto ligneo policromo a cassettoni e vi sono stati collocati dei dipinti di Giovanni de’ Santi; nelle stanze adiacenti troviamo altri dipinti coevi, riproduzioni di tavole dello stesso Raffaello e la cucina com’era al tempo. Spicca tra tutte la stanza da letto dove forse il pittore nacque, con la Madonna di Casa Santi, una Madonna col Bambino attribuita al giovanissimo Raffaello, che inaugurerebbe la sua famosa serie di Madonne. Sempre al primo piano si trova un cortiletto tipico urbinate con pozzo e la pietra dove la tradizione vuole si macinassero le pietre per i colori della bottega, situata al piano terra.

Al secondo piano aveva sede l’Accademia, che conserva oggi in altro luogo una biblioteca di manoscritti ed edizioni rare. Tramite un particolare ballatoio si ha modo di passare sopra il cortiletto e accedere alla parte retrostante della casa, dove ci sono altre scale che riconducono di sotto.

Nella “Bottega di Casa Santi” l’Accademia organizza quasi senza interruzione piccole mostre di arte moderna e contemporanea, quasi sempre in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti.

Duomo: realizzato in stile neoclassico (architetto Giuseppe Valadier) a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, contiene alcune tele di Federico Barocci.

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